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3 Comincia la spartizione del potere
Satelliti-spia sorvolano senza sosta le nostre teste. La nostra vita dipende ormai da decisioni prese da computer che conoscono di noi solo il numero di codice. Siamo irregimentati, controllati, manipolati dalla culla alla tomba. Che possibilità ha ancora l' individuo di affermarsi? Paradossalmente, queste possibilità non sono mai state così grandi. Perchè non si gestiscono gli affari del mondo come si governa uno Stato, non si dirige un impero finanziario come si organizza un' officina. La stessa natura ci insegna che, a partire da un certo grado di complessità, il potere, per essere efficace, deve essere distribuito. Se noi dovessimo sorvegliare continuamente il nostro respiro; comandare ciascuno dei nostri battiti del cuore; il cervello impazzirebbe. Per questo la gestione delle funzioni organiche è assicurata automaticamente da centri autonomi che dispongono di una reale libertà di manovra. L' economista inglese E.F.Schumacher racconta di aver preso coscienza dell' assurdità di una politica di centralizzazione ad ogni costo semplicemente osservando il traffico sull' autostrada che collega Londra al Nord dell' Inghilterra. Mentre su una carreggiata enormi camion, carichi di farina, scendevano verso la capitale, sull' altra, altri camion risalivano per consegnare ai droghieri scozzesi i biscotti fabbricati con la stessa farina. Allo stesso modo, in Unione Sovietica, la cieca fiducia nelle possibilità della programmazione di valorizzare le immense risorse naturali del Paese ha avuto come effetto il razionamento, la penuria e il mercato nero. Per più di un secolo, nel nome dell' ordine e della disciplina, la manodopera è stata tenuta fuori dalle decisioni industriali. Oggi si scopre che una delle forze dell' industria giapponese è impiegare operai che hanno almeno il diploma di maturità ma a quali si dà la possibilità di intervenire nella produzione. Lo stesso consumatore vuole avere il diritto di scegliere. E obbliga così i costruttori a moltiplicare le marche, i modelli, gli accessori. Una disputa di principio ha diviso qualche anno fa il mondo dell' informatica. Da un lato la Ibm vantava grosse macchine che permettevano un controllo sempre più stretto delle attività d' impresa. Dall' altro, a Parigi, un professore del Conservatorio nazionale delle Arti e Mestieri, Bruno Lussato, difendeva i piccoli calcolatori che mettono l' intelligenza artificiale alla portata di tutti. Oggi, il dibattito è concluso. Sono indispensabili entrambi. Ciò che conta è di mettere in comunicazione fra di loro tutte le macchine, come avviene nel sistema nervoso. L' epoca del potere e dell' organizzazione piramidale che ne deriva è superata. E' tempo di sostituirle un' organizzazione di rete, dove l' intelligenza e l' iniziativa, distribuite dappertutto, permettano di spartire un potere che non smette di spostarsi, in funzione delle necessità e delle circostanze.
4 Tornano i valori dell' uomo
Si comincia già a fabbricare robot capaci di riconoscere, tra tanti pezzi diversi, quello di cui hanno bisogno, di afferrarlo, di disporlo convenientemente e di assicurarne il montaggio con una precisione e una regolarità che superano di molto quelle dell' uomo. Ma a una condizione: che questi pezzi siano allineati gli uni accanto agli altri. Se si presentano alla rinfusa, l' automa è perduto, non distingue più nulla. Secondo gli esperti di informatica ci vorrà ancora del tempo perchè imparino a isolare un volume semplice da un caos di forme. Il cervello dell' uomo più ordinato possiede quindi risorse che non sono ancora alla portata dell' intelligenza artificiale. Con l' informatica, siamo entrati in un universo dove il segno rimpiazza la cosa. Progressivamente, i numeri, le idee, le immagini e i suoni saranno trasformati in lunghe serie di zero e uno che si potranno gestire, manipolare, scambiare a piacimento. Le macchine funzioneranno da sole. Al posto del denaro, avremo carte di pagamento magnetiche. Faremo la spesa per telefono dopo aver scelto i prodotti sullo schermo del televisore. E si lavorerà a domicilio con un terminale collegato a banche dati. Per la prima volta, attraverso il calcolatore, l' intelligenza astratta è in presa diretta con la realtà concreta. E di qui nasce la convinzione di molti che essa sia chiamata a regnare senza condizionamenti sul mondo che verrà. E' vero l' inverso. Dal giorno in cui, grazie alla macchina a vapore, al motore a scoppio, all' elettricità, gli uomini hanno potuto disporre di tutta la potenza di cui avevano bisogno, da quel momento hanno smesso di dar peso alla forza fisica. Che si è rifugiata nello sport, dove è diventata un oggetto di esibizione. Nello stesso modo, dal momento in cui il calcolatore avrà messo l' intelligenza alla portata di tutti, questa perderà importanza a vantaggio di altre qualità: " Il tecnico di domani, che tutti di disputeranno", racconta Gilbert Trigano del Club Mediterranée, "non sarà una testa d' uovo, destinata a essere sconfitta dal calcolatore, ma , al contrario, sarà qualcuno con qualcosa che il computer non avrà mai: l' audacia, l' immaginazione, il senso del rapporto personale". Chi sa prendere una iniziativa, formare una squadra, galvanizzare le buone volontà: in una parola, annodare le maglie della nuova rete della futura società conciciale come il diplomatico, il pedagogo, l' animatore...
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